La seconda parte del mantra a Patanjali
Quando il 24 aprile dello scorso anno ho tenuto la lezione sull’uso della sedia a favore dell’Associazione Nazionale di Iyengar Yoga “Light on Yoga”, ho deciso di cantare il mantra completo a Patanjali.
Si tratta di una seconda parte, dopo quella che inizia con “Yogena Cittasya”, meno nota.
Geetaji era solita cantare questo mantra nelle grandi occasioni, all’inizio delle settimane di intensivi, per esempio, insieme ad altri quali il mantra a Ganesha, quello ad Hanuman e a Vishnu.
Si tratta di un elogio che il saggio Vyasa scrive a Patanjali, nell’introduzione al suo commento agli Yoga Sutra, che la tradizione considera così importante al punto che per alcuni i sutra di Patanajli non possono essere scissi dal lavoro di Vyasa.
Qualcuno è addirittura arrivato a sostenere che Vyasa altri non è se non lo stesso Patanjali.
Ecco, ad ogni modo, il testo di queste strofe e la relativa traduzione:
Yastyaktva rupamadyam
prabhavati jagato’nekadhanugrahaya
Praksina klesarasirvisamavisadharo’
nekavaktrah subhogi
Sarvajnanaprasutir bhujagaparikarah pritaye yasya nityam
Devohisah sa vovyat sitavimaltanur
yogado yogayuktah
Colui che ha rinunciato alla sua forma originale (Adisesa), ha rinunciato al suo veleno ed è diventato innocuo, è apparso sul pianeta a beneficio dell’umanità, che distrugge i klésa in vari modi, che ha spire di serpente, per il cui piacere tutta la conoscenza è stata creata, che ha un corpo immacolato bianco, che è lui stesso lo Yoga, il custode dello Yoga, il cobra Ananta, proteggici, proteggici.
La traduzione è tratta da una delle lezioni che Prashantji ci sta regalando e che sono a disposizione di tutti su YouTube, la 51esima in particolare.
Per diffonderlo meglio ho fatto un piccolo clip dove canto queste strofe, accompagnate dal testo.
Clicca qui per ascoltare il mantra.
6 Gennaio 2022
Adriana Calò