In conversazione con Patricia Walden

Patricia Walden ha cominciato a praticare Yoga intorno ai 20 anni. Nel 1976 incontra B.K.S. Iyengar rimanendone affascinata per l’energia e la profondità dei suoi insegnamenti. Ne diviene subito una devota discepola, e comincia a recarsi frequentemente a Puna in India per studiare direttamente con il Maestro.

Patricia Walden è un’eminente figura nell’evoluzione dello Yoga negli Stati Uniti e nel mondo. Recentemente, in occasione del suo 70° compleanno, ha dato una dimostrazione di āsana evidenziando ancora una volta la bellezza e l’armonia della sua pratica personale.


Riporto una mia trascrizione e traduzione di un’intervista rilasciata a Puna e di cui potete trovare la registrazione originale su www.roadstobliss.com

(Patricia Walden): La citazione che ho scelto è “Va’ oltre i limiti della tua mente” e la seconda è “La tua mente può essere un amico o un nemico”.

Nella mia prima esperienza con Guruji nel 1977, il primo dei workshop che tenne, un giorno decise di insegnare l’equilibrio sulle mani. Noi andammo tutti al muro e lui camminava su e giù e poi disse: – Bene, ora mettete le mani a terra e portate le gambe al muro -. Ed io rimasi lì, paralizzata e lui mi si avvicinò, vide che ero spaventata e mi disse:- Devi andare oltre i limiti della tua mente!-

Lui non era più alto di me, mi guardò negli occhi e mi disse:- Va’ al di là dei limiti della tua mente in un tono che rimbombava- e subito io salii nella posizione e quando scesi giù ero così felice, forte da accorgermi che non era il mio corpo che mi impediva di fare la posizione, ma l’idea che avevo di me, quello che mi diceva la mente, “hai le bracca deboli, non riuscirai a stare in equilibrio…”.

Questa citazione è rimasta con me praticamente per tutta la vita e trovo che sia molto significativa perché spesso ci identifichiamo con i nostri pensieri e le nostre emozioni.

Il messaggio dello Yoga e di Guruji è che noi ci attacchiamo a ciò che ci sembra immutabile e non guardiamo le cose che possono essere cambiate, quindi dobbiamo rimuovere il velo di Avidya (n.d.t. “ignoranza”) e muoverci ed aprirci secondo il nostro grande potenziale.

Ho un’altra storia che è quasi l’opposto. Qualche anno fa mi trovavo all’Istituto e stavo facendo la mia pratica, in particolare stavo facendo una serie di “āsana delle Nadi, quelle in cui ci si mette una e addirittura due gambe dietro la testa. La sala era gremita ed io ero per metà dentro di me e per metà fuori di me: mi ero accorta che molte persone mi stavano guardando ed ero entrata in una sorta di “modalità esibizione”. Mi sono messa la gamba dietro la testa, mi sono lasciata prendere dall’ego ed ho portato la gamba sempre più giù fino a che ho sentito un dolore forte alla schiena. Lentamente sono uscita dalla posizione.

E’ questo che intendo quando dico che la mente può essere un amico o un nemico, perché l’ego è una parte della mente, quindi quel giorno ho pagato il prezzo  perché ho lasciato spazio al mio ego ed è stato un grande insegnamento per me.

(Interlocutore): Ed è cambiata la tua pratica da quel giorno?

(Patricia Walden): Assolutamente! Quando pratico c’è un dialogo tra la mia mente ed il mio corpo. Questo è un altro insegnamento fondamentale di Guruji: fare e poi investigare e riflettere su ciò che abbiamo fatto e questo ci fa capire se possiamo andare più in profondità e passare ad un livello successivo.

Dobbiamo essere in maniera equanime nelle cellule del nostro corpo e nell’intelligenza della nostra mente e nell’aspetto discriminativo della nostra mente.

Leave your thought